Cinque stagioni a difesa della porta granata, tra Serie A e Serie B, sempre con tanto orgoglio e grinta. Luca Bucci, in esclusiva per Toro.it, ha descritto le qualitĂ  di Acquah e Obi, che ha visto da vicino durante la sua esperienza nello staff del Parma. L’ex portiere ha fatto i complimenti alla dirigenza granata, ha tracciato i profili dei nuovi acquisti e conserva nel cuore un bel ricordo dei tifosi granata. Senza dimenticare le tristi vicende vissute a Parma

 

Hai visto da vicino, a Parma, sia che Acquah e Obi. Che tipo di giocatori sono?
Sono due giocatori giovani, ma che hanno già la giusta esperienza per affrontare una piazza importante come quella granata. Obi ha avuto qualche problema fisico, però ha grandissima prospettive e penso abbia grande voglia di fare. E’ bravissimo negli inserimenti.
Acquah è un giocatore di grandissima forza fisica: quando gli altri sono stanchi, lui ha ancora energia e riesce a mantenerla per tutta la partita. Quando le squadre sono stanche diventa devastante. Sono due ottimi acquisti: se si ambienteranno, potranno fare sicuramente bene

 

Obi può prendere il posto di El Kaddouri?
Obi è un giocatore che sa attaccare e difendere. E’ anche molto bravo a inserirsi e trovare la via del gol, quindi può tranquillamente giocare anche nella posizione occupata nelle passate stagioni da El Kaddouri, garantendo anche maggior copertura.
Stesso discorso per Acquah: sa interpretare molto bene tutte le fasi di gioco e può essere impiegato in tutte i ruoli del centrocampo

 

Il mercato granata procede bene?
C’è ancora tempo per completare la rosa. Il Torino sta lavorando molto bene come progetto di calcio da tanti anni. La società si sta muovendo per trovare giocatori funzionali al gioco del suo allenatore e questa è la cosa migliore che si possa fare: un lavoro in sintonia di questo genere porta quasi sempre a degli ottimi risultati. Il Torino sta ottenendo, gradatamente, traguardi importanti proprio perché sta lavorando nella maniera giusta.

 

Un giudizio sulla stagione passata del Toro? E quella futura?
Una stagione senza dubbio positiva. Quando si fanno le Coppe Europee si lascia sempre qualcosa: si ha spesso, inevitabilmente, un calo fisiologico. Nonostante tutto, il Toro ha onorato tutte e due le competizioni ed è stata sicuramente una stagione positiva, utile anche per acquisire esperienza e migliorare negli anni. Sono convinto che in questo campionato che verrà i granata possano migliorare ancora la propria posizione in classifica.

 

Hai vissuto da vicino il crollo societario del Parma: come giudichi questo fallimento?
La cosa principale è che è stata gestita male la società, nonostante fosse stata acquistata, in origine, senza tanti debiti. In meno di dieci anni la società è stata portata in una situazione disastrosa e questo fa molta rabbia e soprattutto deve far riflettere tutti, nessuno escluso. Nel calcio non possono verificarsi queste situazioni: non può presentarsi chiunque ed avere la possibilità di acquistare una società, senza dare alcuna garanzia. Anche in questo aspetto forse bisognerebbe prendere esempio dallo sport americano, dove per acquistare una società bisogna dare garanzie con soldi veri. Dubito, però, che si possa fare un passo di questo genere, perché la decisione dovrebbe essere presa dalla Lega Calcio, ma la Lega è formata dagli stessi presidenti delle società di calcio.

 

Cosa farai ora?
Per ora sono disoccupato, ma si vedrà. Penso di rimanere nello staff di Donadoni e credo che sia difficile per noi trovare un’occupazione per l’inizio di questo campionato. Ci sono state delle trattative che non sono andate a buon fine, ora aspetteremo la giusta occasione.

 

Ripensando ai tuoi tanti anni al Toro riesci a trovare il ricordo piĂą bello e quello piĂą triste con la maglia granata?
Il ricordo triste è sicuramente l’ultimo anno, la retrocessione. Ci sono stati, però, soprattutto momenti positivi che io conservo nel cuore. Al primo posto c’è lo spirito dei tifosi granata, che apprezzano i giocatori che danno anima e corpo in campo. Questa è la cosa che mi è sempre piaciuta e che mi ha fatto rimanere per tanti anni a Torino.


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